[1069,1] 3. È già noto che le regole nascono quando manca chi
faccia. Ma in Grecia non mancò fino agli ultimi tempi
della sua esistenza politica. E sebbene allora nacquero {(o
almeno si propagarono e crebbero)} anche fra' greci le regole, e le
arti gramatiche, ec. ec. nondimeno il lungo uso e consolidamento della sua
libertà rispetto alla lingua, impedì che le regole le nuocessero, sebbene non
così accadde alla letteratura. Laddove la letteratura latina quasi spirata con
Virgilio, e col di lei secolo d'oro,
e parimente l'italiana, lasciarono largo e libero campo alle regole, ed a tutti
i beatissimi effetti loro. Giacchè sebbene il 500. non mancava di regole, (ne
mancò però del tutto il 300.), quelle non aveano che fare coll'esattezza e
finezza ec.
1070 e servilità delle posteriori, e si
possono paragonare (massime in fatto di lingua) a quelle che in fatto di
rettorica o di poetica ec. ebbero anche i greci ne' migliori tempi. Che se i
latini n'ebbero di molte e precise, perchè le riceverono dai greci già fatti
gramatici e rettorici, questa è pure una delle ragioni della poca libertà della
loro lingua formata ec. ec. e resta
compresa nella soverchia civiltà di quel tempo, che ho già addotta da principio,
come cagione di detta poca libertà. (20. Maggio 1821.). {{V. p. 743. - 746.
principio.}}