[12,3] Un'osservazione importantissima intorno alle traduzioni,
e che non so se altri abbia fatta, e di cui non ho in mente alcuno che abbia
profittato, è questa. Molte volte noi troviamo nell'autore che traduciamo p. e.
greco, un composto una parola che ci pare ardita, e nel renderla ci studiamo di
trovargliene una che equivalga, e fatto questo siamo contenti. Ma spessissimo
quel tal composto o parola comechè sia, non solamente era ardita, ma l'autore la
formava allora a bella posta, e però nei lettori greci faceva quell'impressione
e risaltava nello scritto come fanno le parole nuove di zecca, e come in noi
italiani fanno quelle tante parole dell'Alfieri p. e. spiemontizzare ec. ec. Onde
tu che traduci, posto ancora che abbi trovato una parola corrispondentissima
proprissima equivalentissima, tuttavia non hai fatto niente se questa parola non
è nuova e non fa in noi quell'impressione che facea ne' greci. E qui è così
comune l'inavvertenza che nulla più. Perchè se traducendo trovi quella parola e
non l'intendi, tu cerchi ne' Dizionari, e per esser quella, parola di un
classico, tu ce la trovi colla spiegazione in parole ordinarie, e con parole
ordinarie la rendi e non guardi, prima se quell'autore che traduci è il solo che
l'abbia usata; secondo se è il primo; perchè potrebbe anche dopo lui esser
passata in uso e nondimeno non essere stato meno ardito nè nuovo nè esprimente
il suo primo usarla. Ecco un esempio. Luciano ne' Dial. de' morti; Ercole e Diogene; usa la parola ἄντανδρον. Cerca ne' Lessici:
spiegano: succedaneus ec. ma se tu volti: sostituto, o che so io, non arrivi per
niente all'efficacia burlesca e satirica di quella nuova parola di Luciano che vuol dire: contrappersona,
e colla sua novità ha una vaghezza e una forza particolare specialmente di
deridere. (N.B. io non so se questa voce di Luciano sia di lui solo: la trovo ne' Dizionari senza esempio, onde
potrebbe anche esser propria della lingua: e bisogna cercare migliori dizionari
che io per ora non ho; perchè cadrebbe a terra quest'esempio, per altro
sufficiente a dare ad intendere, vero o no che sia, la mia proposizione e
osservazione.) Quello che io ho detto delle parole va inteso anche dei modi
frasi, ec. ec. ec.