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[1374,1]   1374 Ma quando il filosofo (per seguire collo stesso esempio) è pienamente entrato nel campo delle speculazioni, quando s'è avvezzato a veder la materia da capo a fondo, n'è divenuto padrone, e vi si spazia coll'intelletto a piacer suo, {+o almeno vi passeggia per entro con franchezza,} trova chiarezza in ogni cosa, s'è abituato alla lettura degli scritti più sottili, a penetrarli intimamente a quel gergo filosofico ec: allora ha bisogno di una particolare e continua avvertenza per riuscir chiaro, e gli si rende più difficile e più lontana dall'uso la chiarezza, perchè intendendosi egli subito, crede che subito sarà inteso, misura l'altrui mente dalla sua, {+ed essendo sicuro delle sue idee, non ha più bisogno di fissarle e dichiararle in certo modo anche a se stesso; preterisce quelle proposizioni, quelle premesse, quelle circostanze, quelle legature de' ragionamenti, quelle prove o confermazioni o dilucidazioni, quelle minuzie, che perchè a lui son ovvie, crede che da tutti saranno sottintese;} abusa di quel gergo (necessario però in se stesso ec. ec.). Questo può accadere, e spesso accade, anzi tutto giorno, in una particolar materia, dove lo scrittore o parlatore abbia un'assoluta chiarezza, padronanza, abito di concezione. ec.