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[1415,2]  I tempi, costumi, opinioni, climi, razze ec. ec. diversificano il giudizio e il gusto degli uomini intorno alla semplicità niente meno che intorno al bello e al grazioso ec. Ho detto p. 1413 che la letteratura italiana, la più semplice delle moderne, è universalmente preferita. Nondimeno è certo che i francesi, come eccessivamente civilizzati, differiscono sommamente dalle altre nazioni nel giudizio di che cosa sia semplice, ed essendo semplice sia naturale, ed essendo naturale sia bella; quantunque si accordino con tutte le nazioni di buon gusto nel giudicare che il semplice e naturale è bello, cioè conveniente. Ai francesi producono l'effetto di somma semplicità, naïveté, (e  1416 quindi o grazia o bellezza) mille cose che a noi italiani (se conserviamo il gusto italiano, o l'antico) e anche agli altri, paiono o affettate o certo ricercate, artifiziate, studiate; o finalmente assai meno vicine alla natura di quello che paiono ai francesi, e quindi vi sentiamo assai meno grazia e bellezza, o nessuna, o anche bruttezza; ovvero le riponiamo nel numero delle bellezze d'artifizio ec. Esempi, La Fontaine, modello di semplicità per li francesi, Fénélon di grazia, Bossuet di sublimità ec. Ma i francesi tanto lontani dalla natura sono colpiti da quello che n'è più vicino, benchè riguardo al nostro stato ne sia per anche troppo lontano. Viceversa quello che a noi italiani par semplice, naturale, bello, grazioso, ai francesi pare così eccessivamente semplice, che non par loro naturale, (giudicando, come sempre accade, della natura, dalla condizione in cui essi si trovano) nè vi sentono grazia o bellezza, ma viltà, bassezza e deformità. Ed è cosa ordinarissima e frequentissima che la grazia, la semplicità, la naturalezza  1417 francese, sia affettazione, artifizio, ricercatezza per noi, e la semplicità ec. italiana, sia rozzezza per li francesi, intollerabile e ridicola. E pur tutti conveniamo nel giudicar bello e grazioso il semplice {e naturale,} come tutti ci accordiamo nel giudicar bello il conveniente, senza accordarci nel giudicare della convenienza.