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[1442,1]  Non così le nostre feste religiose  1443 che sono ben popolari, ma nulla hanno di nazionale, non avendo nulla di comune, e di strettamente legato i fasti delle moderne nazioni, e le opere de' nostri antichi o moderni Eroi nazionali, coi fasti della religione, e colle opere degli Eroi Cristiani: i quali oltracciò non sono sempre nostri compatrioti, com'erano tutti quelli di cui gli Ebrei, o le altre nazioni celebravano la memoria. Anzi non appartengono bene spesso in verun modo alla nostra patria. E lascio poi la spiritualità del culto che si rende nelle feste cristiane, spiritualità ben diversa da quella degli Ebrei ed altri antichi, e del tutto incompatibile coll'entusiasmo, colle grandi illusioni, coll'infervoramento della vita, coll'attività ec. La festa della dedicazione del tempio di Salomone, aveva un soggetto più materiale delle nostre, ma però più delle altre feste Ebraiche diviso dal nazionale: effetto de' tempi, e del sistema monarchico sotto il quale fu istituita. Teneva però ancora non poco di nazionalità, stante la gran parte ch'ebbe la nazione  1444 a quella fabbrica, la solennità e nazionalità di quella dedicazione fatta da Salomone, il visitar che la nazione faceva ogni anno quel tempio, l'attaccamento generale alla religione, e l'influenza sua sulla vita e il regime del popolo; i monumenti dell'antica storia ec. che quel tempio conteneva, e l'esser tutta la Religione Giudaica quasi rinchiusa e immedesimata con quel tempio; l'affezione che il popolo gli portava, come poi si vide nella riedificazione fattane da Esdra e Neemia, quando i vecchi piangevano per la ricordanza del tempio antico ec. ec. Questo nuovo tempio era forse ancor più nazionale, per la circostanza d'essere stato fabbricato dalle stesse mani della nazione, e sotto la tutela delle armi nazionali contro i Samaritani ec. Così che la festa del tempio sì antico che nuovo, era, si può dir, la memoria di un'impresa nazionale.