[1502,1] Queste considerazioni ci menano alla conseguenza del
quanto ragionevole e giusto sia per la nostra lingua il seguire ad arricchirsi
alle fonti latini[latine]. Le lingue madri non
denno mai stimarsi chiuse alle figlie; noi abbiamo
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delle lingue sorelle che possono pure attingere a una stessa fonte con noi, ma
la nostra lingua assai più delle altre due. La nostra lingua, com'è naturale a
quella ch'è parlata dalla stessa nazion latina, e che fu poi modellata
da[da'] suoi formatori sulla di lei madre,
tiene assai più che le altre sorelle, sì dell'indole e delle forme, sì del suono
stesso e della figura esterna delle parole latine, {del
significato, della pronunzia stessa del latino ec.} sì dell'andamento
ec. della madre. Ed oltracciò, come ho detto, e come anche per cento altri lati
si può vedere, ella ha ereditato della sostanza materna, o se n'è poscia
rivendicata assai maggior porzione che le sorelle. Tutte queste cose fanno che
l'indole dell'italiano essendo più latina, che non è lo spagnuolo e il francese,
ella si adatti benissimo alle nuove parole latine, frasi, forme ec. e queste
sieno tanto meno forestiere in casa sua, quanto maggior copia ella già ve ne
alloggia. E che la lingua italiana quanto più ha preso, ed è abituata a prendere dal latino, tanto
più, e sempre proporzionatamente di più ne possa prendere. Giacchè così va la
bisogna rispetto alle
1504 lingue. E già in tutte le
cose la convenienza si misura dall'indole e dal costume, e la novità è tanto più
facile a introdurre ec. quanto è più simile al vecchio ec. Le lingue spagnuola e
francese (e massime questa) appunto perchè meno hanno preso dal latino, e perchè
è stata proprietà loro la parsimonia in questo particolare, {+e perchè non sono tanto conformi allo spirito del latino
(anzi la francese in nessun modo), ec. ec.,} perciò volendo conservare
il loro carattere, non possono neppur oggi attingerne più che tanto. Viceversa
l'italiana, la quale conserverà il suo carattere primitivo, seguendo ad
attingerne come primitivamente ha fatto, e s'è accostumata a fare. (14-15.
Agos. 1821.).