[1558,2]
Discorre il Monti (Proposta ec. vol. 1. p. 227.) della separazione da farsi della natura bruta dalla
coltivata.
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Vedilo. Egli antepone, come si può
{ben} credere, questa a quella. È verissimo. L'arte
emenda, abbellisce, ec. ec. non poche volte la natura. La natura non tocca
dall'arte, spessissimo è intollerabile, dannosa, schifosa
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(come dice il Monti). Ma come tutto ciò? forse assolutamente? non già; ma
relativamente all'uomo. Or tutto ciò che vuol dire? che la natura ha errato?
ch'ell'è imperfetta nelle sue opere? Così la pensano coloro a' quali par molto
più assurdo che l'uomo non faccia tutto bene, di quello che la natura abbia
1559 fatto ogni cosa male, e sbagliato a ogni tratto, e
vada sempre mendicando l'opera e il soccorso delle sue proprie creature. Ma io
dico. Quelle cose che senza un'infinita arte dell'uomo, non gli giovano, non gli
piacciono, o gli nocciono, o fanno nausea ec. non erano e non son fatte per
l'uomo. Il mondo non è tutto fatto per l'uomo. Quelle cose che eran fatte per
lui, o dovevano aver relazione con lui, ed avercela in quel tal modo, la natura
le ha ordinate con tutta la possibile perfezione al suo bene. Così ha fatto per
tutte le altre cose, il cui bene non sempre si accorda con quello dell'uomo.