[1581,2] Il languore del corpo alle volte è tale, che senza
dargli affanno e fastidio, affievolando le facoltà dell'animo, affievola ogni
cura e ogni desiderio. L'uomo prova allora un piacere effettivo, massime se
viene da uno stato affannoso ec. e lo prova senz'alcun'altra cagione esterna, ma
per quella semplice dimenticanza de'
mali, e trascuranza de' beni, desideri e speranze, e per quella specie
d'insensibilità cagionatagli da quel languore. (28. Agos.
1821.).