[1610,2] L'uomo il più dotto, erudito, letterato, del gusto e
giudizio il più fino, dell'ingegno il più fecondo ec. ec. ma poco avvezzo a
trattare, saprà egregiamente e fecondissimamente scrivere, e non saprà parlare
neppur di cose appartenenti a' suoi studi. E ciò non già per sola soggezione, ma
effettivamente gli mancheranno le parole e i concetti. Tutto è esercizio
nell'uomo. Ed è ordinario il veder uomini studiosi non saper parlare, appunto
perchè avvezzi allo studio, non sono abituati a parlare ma a tacere; oltre
ch'essi contraggono sovente e
1611 per questa e per
altre ragioni un carattere di taciturnità, parimente acquisito. Del resto
s'ingannano assai coloro che dal vedere che il tale non sa parlare, concludono
ch'egli non sa pensare, non è coltivato ec. Si può parlare come uno scimunito,
{+con freddezza e frivolezza estrema
ec.} ed essere il primo scienziato, pensatore, scrittore del mondo.
(2. Sett. 1821.).
Memorie della mia vita.