[1624,2]
Alla p. 1602.
Gli antichi intendevano molto bene questa verità che dovrebb'essere il
fondamento della scienza medica. I greci quasi autori della medicina dicevano
ἀσϑένεια, cioè debolezza ogni genere d'infermità, ed
ἀσϑενεῖν l'esser malato. Ed anche oggi i medici chiamano con termine greco stenia (sarebbe σϑένεια) che suona, come σϑένος vigore,
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forza, robustezza, il buono
stato di salute. ῎ Eρρωμαι, inf. ἐῤῥῶσϑαι prospera utor
valetudine, non significa propriamente altro se non esser forte, da ῥώννυμι confirmor, corroboror. Così εὐρωστία sanitas, bona valetudo, e i
contrari, ἀῤῥωστία, adversa valetudo, morbus, ἄῤῥωστος aegrotus,
ἀῤῥωστέω aegroto, ἀῤῥώστημα aegrotatio, aegritudo, morbus. Così dico delle parole latine valere, valetudo, bene
o male valere, infirmus, imbecillitas ec. ec. V. i Diz. Tutto ciò che ci
cagiona il senso della forza, ci cagiona il senso del piacere e della sanità.
L'uomo veramente forte è sano. Quanto la civiltà favorisca per sua natura la
forza in genere e in ispecie, facilmente si vede alla bella prima. (4.
Sett. 1821.).
1601,12544,11601,1