[1705,1] Certo e notabilissimo si è che tutte le parole di
qualunque origine e genere sieno, alle quali noi siamo abituati da fanciulli, ci
destano sempre una folla d'idee concomitanti, derivate dalla vivacità delle
impressioni che accompagnavano quelle parole in quella età, e dalla fecondità
dell'immaginazione fanciullesca; i cui effetti, e le cui concezioni si legano a
dette parole in modo che durano più o meno vive e numerose, ma per tutta la
vita. Quindi è certo che le dette idee concomitanti intorno ad una stessa
parola, ed alle menome parti del suo stesso significato, variano secondo
gl'individui: e quindi non c'è forse un uomo a cui una parola medesima (dico fra
le sopraddette) produca una concezione precisamente
1706 identica a quella di un altro: come non c'è nazione le cui parole esprimenti
il più identico oggetto, non abbiano qualche menoma diversità di significato da
quelle delle altre nazioni. Il detto effetto delle prime concezioni
fanciullesche intorno alle parole a cui sono abituati i fanciulli, si stende
anche ai diversi e nuovi usi delle stesse parole, che ne fanno gli scrittori o i
poeti, alle parole analoghe in qualsivoglia modo (o per derivazione, o per
semplice somiglianza {ec.}) a quelle a cui da fanciulli
ci abituammo, ec. ec. e quindi influisce su quasi tutta la propria lingua, anche la più ricca, e la meno capace di
esser ben conosciuta da' fanciulli. (15. Sett. 1821.).