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[1733,3]  Ma vi sono due specie di attenzioni. Una volontaria, ed una involontaria; o piuttosto una spirituale, un'altra materiale.  1734 Della prima non si diventa capaci se non coll'assuefazione (e quindi facoltà) di attendere. E perciò gli uomini riflessivi e generalmente gl'ingegni o grandi, o applicati, hanno ordinariamente buona memoria, e si distinguono assai dal comune degli uomini nella facoltà di ricordarsi anche delle minuzie, perchè sono assuefatti ad attendere. Della seconda specie sono quelle attenzioni che derivano da forza e vivacità delle sensazioni, le quali colla loro impressione costringono l'anima ad un'attenzione in certo modo materiale. Perciò gli spiriti suscettibili, e immaginosi, ancorchè non abbiano grande ingegno, o almeno non abbiano l'assuefazione di molto attendere, cosa naturale in questi tali, sono sempre d'ottima memoria, perchè tutto fa in loro proporzionatamente maggiore impressione che negli altri. (E questo è forse {il più ordinariamente} tutto ciò che si considera per dono naturale di buona e squisita memoria. Vedete com'ella sia nulla per se stessa, e dipendente, anzi quasi  1735 tutt'uno colle altre facoltà mentali.) E così il dono della memoria pare ad essi ed agli altri naturale, ed innato precisamente, in loro, perchè senza l'assuefazione di attendere, essi attendono spontaneamente a causa della forza in certo modo materiale delle impressioni. Quindi in gran parte deriva la durevolezza delle ricordanze di ciò che appartiene alla fanciullezza, dove tutte le impressioni, siccome straordinarie, sono vivissime, e quindi l'attenzione è grande benchè il fanciullo non ne abbia l'abito. {+E detta durata, siccome detta attenzione è proporzionata alla diversa immaginativa, suscettibilità, assuefabilità, delicatezza insomma e conformabilità degli organi de' diversi fanciulli.} Così la memoria degl'ignoranti, o poco avvezzi a sensazioni variate ec., memoria nulla dovunque è necessario l'abito di attendere (v. p. 1717.), suol essere tenacissima di tutte le sensazioni straordinarie, le quali per essi sono frequenti, perchè poco conoscono ec. ec. e la meraviglia opera in loro più spesso, e la novità non è rara per loro ec. e quindi li troviamo assai spesso di prontissima memoria, in cose di cui {noi} punto non ci ricordiamo ec. e vedendo che per essere ignoranti, non hanno esercizio  1736 nè d'attenzione nè di memoria, crediamo che questa in loro sia una precisa facoltà di cui la natura gli abbia squisitamente dotati.

2110,1Fanciullezza. Immaginazione dei fanciulli ec.1717,2