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[1809,1]   1809 Ma se noi non sentiamo perfettamente in essi il familiare, qualità delle lingue la più difficile a ben sentirsi in una lingua forestiera, e più in una lingua morta, lo sentiamo però ottimamente in Dante, nei prosatori trecentisti, escluso il Boccaccio, che introdusse nell'italiano tante voci, frasi, e forme latine, e nel Petrarca (v. un mio pensiero sulla familiarità del Petrarca), eccetto dov'egli pure si accosta ed imita (come fa, e felicemente, assai spesso) l'andamento latino. Questi e tutti gli scrittori primitivi di ciascuna lingua, doverono necessariamente dare un andamento, un insieme di familiarità al loro stile ed alla maniera di esprimere il[i] loro pensieri, {+sì per altre ragioni, sì} perchè mancavano di uno de' principali fonti dell'eleganza, cioè le parole, frasi forme rimosse dall'uso del volgo per una tal quale, non dirò antichità, ma quasi maturità. {+(Infatti è notabile che la vera imitazione degli antichi quanto alla lingua, dà subito un'aria di familiarità allo stile).} E siccome altrove osservammo pp. 1482. sgg. che gli scrittori primitivi sono sempre i più propri, così e per le stesse ragioni, essi debbono  1810 cedere ai susseguenti nell'eleganza (intendendo quella che ho dichiarato).