[1910,1] Non è maraviglia dunque se ogni cosa umana ci desta
sempre l'idea dell'imperfezione, e ci lascia scontenti, e se si grida che l'uomo
è imperfetto. Tale è veramente oggidì, e tale non lascerà mai di essere, da che
egli è sortito da quella perfezione che portava con se, consistente
1911 nello stato naturale della sua specie, e nell'uso
naturale delle sue naturali disposizioni; e perdendo di vista il tipo che avea
sotto gli occhi, e che era egli stesso, o sia la sua stessa specie, è andato
dietro a un'immaginaria perfezione assoluta ed universale, che non ha nè può
avere nessun tipo, giacchè questo non potrebb'essere se non anteriore
all'esistenza, e quindi per sua stessa natura non esistente, e vano; giacchè la perfezione assoluta, (o il tipo
di essa) e l'esistenza, sono termini contraddittorii. (13. Ott.
1821.).