[2162,1] Si vedono e si osservano tuttogiorno, uomini di goffissimo e tardissimo ingegno,
incapaci non solo di eseguire ec. ma d'intendere ogni altra cosa, essere
sottilissimi, penetrantissimi, prontissimi ad intendere, abilissimi nelle cose
di loro professione e mestiere, e in queste vincere i più grandi talenti, anche
quelli che nelle medesime cose sono abbastanza esercitati, e periti. Che vuol
dir ciò? quel misero ingegno, pare assolutamente un altro nelle cose del suo
mestiere, quantunque non comprenda nulla, non solo del resto, ma neanche di cose
appartenenti alla stessa sfera della sua professione, nelle quali egli non sia
esercitato. Ma dove egli è abituato, intende alla prima perfettamente, ed
eseguisce ec. tutto l'occorrente, ancorchè si tratti
2163 di qualche novità, dentro il piccolo spazio delle sue cognizioni. Vuol dire
che l'ingegno umano, non è che abitudine, le facoltà umane pure abitudini,
acquistabili tutte da tutti, benchè più o meno facilmente, con più lunga o più
corta assuefazione. Vuol dire che quel tale si è fin da fanciullo, o lungamente
esercitato ed abituato in quel genere di cognizioni, e di abilità, e deve
quest'abilità alle pure circostanze che gli hanno proccurato quell'assuefazione.
Giacchè suppongo che non si vorrà stimare innata e naturale in un falegname la
facoltà di maneggiare perfettamente il suo mestiere, ad esclusione di ogni altra
facoltà. E sarà necessario supporre in lui nient'altro che una disposizione
naturale, capace d'ogni altra facoltà mediante l'assuefazione, ma dalle
circostanze determinata a questa facoltà sola. Giacchè che vuol dire che tutti
coloro
2164 che si esercitano da fanciulli e
assiduamente in qualunque facoltà, nel mestiero del padre, ec. vi riescono
abilissimi, e più di qualunque altro, benchè di gran talento, ed essi di
pochissimo? Come si combinano sempre le facoltà pretese innate, con quelle
professioni che il caso della nascita o della vita, ci porta a coltivare
decisamente e studiosamente? Come si combina che un uomo privo d'ogni altra
facoltà innata (quali si suppongono quelli di poco talento) abbia sempre, e
porti seco nel nascere, appunto quella facoltà o quella disposizione naturale e
antecedente, che serve a quella professione che il mero caso, e l'imprevedibile
concorso delle circostanze gli destinano? (24. Nov. 1821.).
Assuefazione. Assuefattibilità e conformabilità dell'uomo.
Attenzione. Imparare. Ingegno. Disposizioni naturali. Facoltà umane.Educazione. Insegnamento.