[2274,1] Se tu prendi a leggere un libro qualunque, il più
facile ancora, o ad ascoltare un discorso il più chiaro del mondo, con
un'attenzione eccessiva, e con una smodata contenzione di mente; non solo ti si
rende difficile il facile, {+non solo ti
maravigli tu stesso e ti sorprendi e ti duoli di una difficoltà non
aspettata,} non solo tu stenti assai più ad intendere, di quello che
avresti fatto con minore attenzione, non solo tu capisci meno, ma se
l'attenzione e il timore di non intendere o di lasciarsi sfuggire qualche cosa,
è propriamente estremo, tu non intendi assolutamente nulla, come se tu non
leggessi, e non ascoltassi, e come se la tua mente fosse del tutto intesa ad
un'[un] altro affare: perocchè dal troppo
viene il nulla, e il troppo attendere ad una cosa equivale effettivamente al non
2275 attenderci, e all'avere un'altra occupazione
tutta diversa, cioè la stessa attenzione. Nè tu potrai ottenere il tuo fine se
non rilascerai, ed allenterai la tua mente, ponendola in uno stato naturale, e rimetterai, ed appianerai
la tua cura d'intendere, la quale solo in tal caso sarà utile. (22. Dic.
1821.). {{v. p.
2296.}}
2296,14026,6Memorie della mia vita.Troppo (il) è padre del nulla.Volontà intensa di fare una cosa, è cagione di non
riuscire.2296,1