[2309,2] Vogliono che nihil sia
troncamento di nihilum. Al contrario a me pare che nihilum sia parola {così}
ridotta da nihil, perchè divenisse capace di
declinazione. Che troncamento barbaro sarebbe stato questo, e quanto contrario
al costume latino, se da nihilum primitivo, avessero
fatto nihil! e non piuttosto viceversa,
2310 che è naturalissimo. Addolcendosi la favella
(massime quelle del gusto meridionale, del gusto della latina) non si troncano,
anzi si aggiungono appunto allora le terminazioni, e si proccura inoltre di
render declinabili, cioè modificabili secondo le diverse occorrenze del
discorso, le voci che già esistono; e non per lo contrario. Indubitatamente per
tanto non nihil da nihilum,
ma questo viene da quello. Si dice parimente nil
contrazione di nihil, (fatto più volte monosillabo da
Lucrezio) ma nilum per nil si trova in Lucrezio appena una volta, e chi sa s'è vero, e che
non sia errore in vece di nihilum dissillabo. In ogni
modo è costante presso il più sciocco etimologo che le terminazioni non vanno
calcolate, ed è chiaro che le sole radicali di nihilum, i, o, ec.
sono nihil{{; di hilum, hil. E di questo
secondo, la cosa è}} tanto più manifesta, quanto che abbiamo appunto da
esso, nihil e nil, senza la
terminazione declinabile.