[2629,3] Le sensazioni o fisiche o massimamente morali che
l'uomo può provare, sono, niuna di vero piacere, ma indifferenti o dolorose.
Quanto alle indifferenti la sensibilità non giova nulla. Restano solo le
dolorose. Quindi la sensibilità, benchè
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assolutamente considerata sia disposta indifferentemente a sentire ogni sorta di
sensazioni, in sostanza però non viene a esser altro che una maggior capacità di
dolore. Quindi è che necessariamente l'uomo sensibile, sentendo più vivamente
degli altri, e quel che l'uomo può vivamente sentire in sua vita non essendo
altro che dolore, dev'esser più infelice degli altri. Egli più capace
d'infelicità, e questa capacità non può mancar d'esser empiuta nell'uomo.
(5. Ottobre 1822.).
4037,6Memorie della mia vita.Vitalità, Sensibilità. Il grado dell'amor proprio e
dell'infelicità del vivente, è in proporzione di esse.