[2653,3] Il vero certamente non è bello: ma pur anch'esso
appaga o, se non altro, affetta in qualche modo l'anima, ed esiste senza dubbio
il piacere della verità e della conoscenza del vero, arrivando al quale, l'uomo
pur si diletta e compiace, ancorchè brutto e misero e terribile sia questo tal
vero. Ma la peggior cosa del mondo, e la maggiore infelicità dell'uomo si è
trovarsi privo del bello e del vero, trattare, convivere con ciò che non è nè
bello nè vero. Tale si è la sorte di chi vive nelle città grandi, dove tutto è
falso, e questo falso non è bello,
2654 anzi
bruttissimo. (Roma 13. Dic. 1822.).