[2834,1] Dovunque non cade bellezza, non cade grazia. Dico
relativamente agli uomini, perchè bellezza e bruttezza cade in qualsivoglia
cosa, ma gli uomini non ne giudicano, e non ne ricevono il senso se non in
certe. E in queste sole, dov'essi possono ricevere il senso della bellezza,
possono anche ricever quello della grazia e concepirla. E viceversa similmente,
dovunque cade bellezza, cade ancor grazia. Non che l'una non possa esser senza
l'altra. Ma quel genere ch'è capace dell'una è capace dell'altra. E per
bellezza, intendo quella ch'è propriamente e filosoficamente
2835 tale, cioè quella ch'è convenienza, {non
l'altre impropriamente chiamate bellezze.}
(27. Giugno 1823.)
Teorica delle arti, lettere ec. Parte speculativa.Teorica delle arti, lettere ec. Parte pratica, storica
ec.