[2916,1] Del resto egli è certissimo che quantunque le
moderne lingue, almeno parecchie di esse, sieno capacissime d'ogni sorta di
varietà, qualità, e perfezion di stile, nondimeno niuna delle medesime è, che
possa mostrare neppur ne' suoi antichi e nel suo secolo aureo nè tanta varietà, nè di gran lunga tanta perfezione
di stile propriamente detto, quanta ne possono mostrare nei loro le lingue
antiche. I moderni poi, quanto vincono gli antichi nel fatto delle sentenze,
tanto cedono loro tutti in tutte le parti dello stile propriamente detto, e nel
culto delle parole preso in tutta l'estension del termine. E non solo non
mettono nè sanno mettere in pratica, ma nè pur conoscono perfettamente tutte le
squisitezze degli artifizi e degli accorgimenti che gli antichi insegnavano
comunemente e adoperavano intorno a esso culto, e che si possono vedere negli
scritti rettorici di Cic. e di Quintiliano. I moderni non {ne} conoscono generalmente neppure i nomi, e neppur ne
hanno tanta idea che basti a poter valutare in confuso a che segno
2917 arrivasse questa squisitezza. Nei moderni le
sentenze, e la spiritualità del secolo, nocciono alle parole e allo stile,
all'arte del quale niuno di loro si applica da senno, o ci pone tanto studio e
tempo quanto bisognerebbe. Negli antichi classici di ciascuna lingua moderna,
ne' quali non aveano luogo le dette circostanze, e ciascuno de' quali facea
dell'arte dello stile il suo principale studio, e attendeva più alle parole che
alle cose, ogni volta che si metteva da vero a comporre; pure in nessuno o in
quasi niuno di loro si trovò arte o capacità bastante, nè quanto si richiedeva a
conseguire quell'alto grado di perfezione, neppur relativamente e limitatamente
alle forze, {indole,} qualità, e capacità delle
rispettive lingue. (8. Luglio 1823.).