[3044,1] Altri poeti non drammatici si restrinsero pure a
tale o tal dialetto particolare, e per conseguenza scrissero a una sola nazione
o parte della grecia, {e questa si
proposero per uditorio} (com'è verisimilissimo che facesse anche Omero); nè questi furono pochi, anzi fra
gli antichi furono i più. E si può dir che la totale, confusa, indifferente,
copiosa mescolanza de' dialetti nel linguaggio poetico greco, e il seguir
ciecamente la lingua e l'uso di Omero
non sia proprio se non de' poeti greci più moderni e nella decadenza della
poesia, come Apollonio Rodio, Arato, Callimaco e tali altri de' tempi de' Tolomei, quando già la base della
letteratura greca era l'imitazione de' suoi antichi classici. Perocchè di Esiodo contemporaneo di Omero, o poco anteriore o posteriore, non
è maraviglia se il suo linguaggio si trova omerico: spieghisi l'uso di
3045 questo linguaggio in lui, colle ragioni e
considerazioni stesse con cui si spiega in Omero. In Anacreonte v'ha
pochissima mescolanza di dialetti. (V. Fabric.
B. G. in Anacr.) Certo il suo linguaggio è tutt'altro da quello di Omero. Esso è Ionico. Saffo scrisse in Eolico. Empedocle, benchè Siciliano e pittagorico, adoperò in
vece del dorico l'ionico. (V. Fabric. in Empedocle, Giordani sull'Empedocle di Scinà, fine dell'artic.
secondo). Forse che il dialetto ionico era allora il più comune della
grecia? Probabile, pel gran commercio di quella
nazione tutta marittima e mercantile. Forse quello che noi chiamiamo ionico
{non} era in quel tempo {che il
linguaggio} comune della grecia, siccome poi lo
fu con certe restrizioni l'attico, che nacque {pur}
dall'ionico? Probabile ancora; e in tal caso sarebbe risoluta {anche} la quistione intorno ad Omero, il quale da tutti e[è] riconosciuto per poeta principalmente ionico di linguaggio; e si
confermerebbe la mia opinione che il linguaggio da lui seguito, non fosse {allora} che l'idioma comune di tutta la
grecia, siccome l'italiano
3046 del Tasso è l'italiano
comune di tutta l'italia. O forse la
grecia era ancor troppo poco colta universalmente per
aver un linguaggio comune già regolato e perfetto, e in mancanza di questo
serviva l'ionico, come il più divulgato perchè proprio della nazione più
commerciante? O finalmente Empedocle
scelse l'ionico per imitare e seguire Omero? Molto probabile. In Pindaro e in altri lirici del suo o di simil genere, la mescolanza
de' dialetti non fa maraviglia. Essa è licenza piuttosto che istituto
(ἐπιτήδευμα); e questa licenza è naturale in quel genere licenziosissimo in ogni
altra cosa, come stile, immagini, concetti, transizioni, sentenze ec.