[3229,1] Tornando al nostro primo proposito, il qual fu di
mostrare che l'armonia o convenienza scambievole de' tuoni nelle loro
combinazioni successive, è determinata, siccome ogni altra convenienza,
dall'assuefazione; si vuol notare che quest'assuefazione in fatto di melodie
(come anche di armonie) non è sempre αὐτόματος del popolo,
3230 ma bene spesso in lui prodotta e originata dalla stessa arte
musica. Perocchè a forza di udir musiche e cantilene composte per arte, (il che
a tutti più o meno accade) anche i non intendenti, anzi affatto ignari della
scienza musicale, assuefanno l'orecchio a quelle successioni di tuoni che
naturalmente essi non avrebbero nè conosciute nè giudicate per armoniose (o
ch'elle sieno inventate di pianta dagli uomini dell'arte, o da loro fabbricate
sulle melodie popolari, e di là originate); in virtù della quale assuefazione
essi giungono appoco appoco {+e senza
avvedersi del loro progresso,} a trovare armoniose tali successioni, a
sentirvi una melodia, e quindi a provarvi un diletto sempre maggiore, e a
formarsi circa le melodie una più capace, più varia, più estesa facoltà di
giudicare, la qual facoltà, che in altri arriva a maggiore in altri a minor
grado, è poi per essi cagione del diletto che provano nell'udir musiche;
giudizio e diletto determinato, dettato, e cagionato, non già dalla natura
primitiva {e universale,} ma dall'assuefazione
accidentale e varia secondo i tempi, i luoghi e le nazioni.
3231 Io di me posso accertare che nel mio primo udir musiche (il che
molto tardi incominciai) io trovava affatto sconvenienti, incongrue, dissonanti
e discordevoli parecchie delle più usitate combinazioni successive di tuoni, che
ora mi paiono armoniche, e nell'udirle formo il giudizio e percepisco il
sentimento della melodia. {#1. Nè più nè
meno accade nella pittura, scultura, architettura. Senz'alcuna cognizione
della teoria, nè della pratica immediata dell'arte, a forza di veder
dipinti, statue, edifizi, moltissimi si formano un giudizio, e una facoltà
di gustare e di provar piacere in tal vista, e nella considerazione di tali
oggetti, la qual facoltà non aveano per l'innanzi, e si acquista appoco
appoco per mezzo dell'assuefazione, la quale determina in questi tali (e
sono i più che parlino di belle arti) l'idea delle convenienze pittoriche
ec. del bello ec. {+e quindi anche
del brutto ec.,} col divario che il soggetto della pittura e
scultura si è l'imitazione degli oggetti visibili, della quale ognun vede la
verità o la falsità, onde le idee del bello e del brutto pittorico e
scultorio, in quanto queste arti sono imitative, è già determinata in
ciascheduno prima dell'assuefazione. Non così nell'architettura e nella
musica, meno imitative, e questa imitativa di cose non visibili ec. Così
discorrasi in ordine alla poesia, ed al gusto e giudizio che l'uomo se ne forma e n'acquista, ec.}
Gusti diversi. Buon gusto, cattivo gusto, ec.Piaceri che noi ci facciamo da noi stessi, e
coll'assuefazione ec.