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[3305,1]  Tale sarebbe stato l'uomo in natura per rispetto alla donna, e la donna per rispetto all'uomo. Ma introdotto l'uso de' vestimenti (e di più que' costumi e quelle leggi fattizie ed arbitrarie di società che impediscono o difficultano il torli di mezzo quando si voglia ed occorra), la donna all'uomo (massime al giovane inesperto) e l'uomo alla donna sono divenuti esseri quasi misteriosi. Le loro forme nascoste hanno lasciato luogo all'immaginazione di chi le mira così vestite. Per l'altra  3306 parte l'inclinazione e il desiderio naturale dell'un sesso verso l'altro non ha, per questo cangiamento di circostanze esteriori, potuto nè cessare nè scemare nel genere umano, niente più che negli altri animali. L'uomo dunque (e così la donna verso l'uomo) si è veduto sommamente e sopra tutte le cose trasportato, com'ei fu sempre, verso un essere il quale non più, come prima, se gli rappresentava e se gli era sempre rappresentato dinanzi tutto aperto e palese, e tale e tanto, quale e quanto esso è; ma verso un essere quasi tutto a lui nascosto, un essere che sin dalla sua nascita non se gli è rappresentato nè agli occhi nè al pensiero, o non suole rappresentarsegli, che velato tutto e quasi arcano. Ecco da una circostanza così estrinseca, così accidentale, così removibile, com'è quella de' vestimenti, mutato affatto, massime nella fanciullezza e nella prima gioventù il carattere e le qualità dell'un sesso rispettivamente all'altro. La vista, il pensiero, la conversazione di  3307 questo essere sopra tutti e invincibilmente amato e desiderato, ma le cui forme non cadono (almeno abitualmente) sotto i suoi sensi, e che per conseguenza, essendone celate le forme (che sono sì gran parte e dell'uomo e d'ogni cosa), e di più impeditane o fattane difficile la libera conversazione, e quindi anche l'intera conoscenza del suo animo, costumi ec., per conseguenza, dico, è divenuto per lui tutto misterioso; il pensiero dico e la vista e il consorzio di questo essere l'immerge in una quantità di concezioni, d'immaginazioni, d'illusioni, di sentimenti, vivissimi e profondissimi perchè quell'essere gli è per natura dolcissimo e carissimo, ma nel tempo stesso confusissimi, incertissimi, per lo più falsissimi, sublimi, vasti, perchè quel medesimo essere trovandosi essergli quasi tutto misterioso e quasi cosa segreta ed occulta, i pensieri e i sentimenti ch'esso gli desta, sono tutti capitalmente e quasi esclusivamente governati e modificati e figurati, e in gran parte prodotti e creati, dalla fantasia, e questa  3308 gagliardamente mossa. Nello stato naturale, l'inclinazione {innata} dell'uomo verso la donna, trovando tutto aperto e palese, e niun luogo {avendovi} alla immaginativa, ella non producea che pensieri e sentimenti semplicissimi, distintissimi, chiarissimi, materialissimi. Ora essa inclinazione, esso amore ingenito e naturalmente fortissimo e ardentissimo, trovando il mistero, e {i loro effetti} congiungendosi nell'animo umano colla idea del mistero, o vogliamo dir con un'idea oscura e confusa, oscurissimi e confusissimi, ondeggianti, vaghi, indefiniti, cento volte meno sensuali e carnali di prima (poichè la detta idea non viene immediatamente dal senso ec.), e finalmente quasi mistici debbono essere i pensieri e gli affetti che risultano da questa mescolanza di sommo desiderio e tendenza naturale, e d'idea oscura dell'oggetto di tal desiderio e tendenza. {E però l'uomo si rappresenta la donna in genere, e in ispecie quella ch'egli ama, come cosa divina, come un ente di stirpe diversa dalla sua ec. Perocchè la natura gliela propone come desiderabilissima e amabilissima, le circostanze gliela rendono desideratissima (perocch'ei non può facilmente nè subito ottenerla), ed esse altresì gli nascondono quale ella sia veramente ec.} E così da una circostanza così materiale, com'è quella de' vestimenti (e {come son} l'altre cagionate dai costumi e leggi sociali circa le donne), nasce nell'uomo un effetto il più spirituale  3309 quasi, che abbia mai luogo nel suo animo, {+i pensieri e i sentimenti più sublimi e più nobili e più propri dello spirito, la persuasione di non esser mosso che da esso spirito ec. ec.}; da una circostanza così reale {e visibile e determinata} nascono in lui le maggiori illusioni, i più vaghi, incerti, indeterminati pensieri, la maggiore operazione della più fervida e più delirante e sognante immaginativa; da una circostanza così accidentale un effetto così intimo, così generale nel più de' giovani (almeno per un certo tempo), così costante, così connesso e proprio, a quel che pare, del carattere dell'individuo; finalmente da una circostanza non naturale {nasce} un effetto che universalmente si considera come il più naturale, il più proprio dell'uomo, il più assolutamente inevitabile, il meno acquistabile, il meno fattibile, il meno producibile da altra forza che dalla stessa mano della natura, il più congenito ec. secondo che ho detto di sopra.