[3390,1] 3.o La potenza avuta dagli Spagnuoli in
europa, e in italia
nominatamente, al tempo appunto che la lingua e letteratura nostra si formava e
perfezionava, ciò fu nel cinquecento, fece che molte voci e molte più locuzioni
e forme spagnuole fossero, non solo dal volgo e nel discorso familiare, ma dai
dotti e dai letterati nella lingua scritta ed illustre italiana introdotte o
accettate in quel secolo e nel seguente eziandio. (dal Redi, dal Salvini, dal Dati ec. V.
p. es. la Crusca in {alborotto,}
verdadiero. Dallo spagn. viene l'avv. giacchè o già che
{per poichè,} usitatissimo
appo i nostri migliori del seicento). {V. p. 3728.}
Perocchè la lingua spagnuola era a quel tempo generalmente studiata, intesa,
parlata, scritta, e fino stampata, in italia. (V. Speroni
Oraz. in lode del Bembo nelle Orazz.
Ven. 1596. p. 144;
Caro
lett. vol. 2. lett. 177.) E
questa è primieramente un'ottima ragione perchè dalla lingua spagnuola si possa
ancora
3391 attingere, dico l'essersene già molto
attinto. Così sempre accade nelle lingue. Il già tolto {d'altronde} e naturalizzato, prepara gli orecchi e il gusto a quello
che si voglia ancor torre dallo stesso luogo, appiana la strada, apparecchia
quasi il posto {e il letto} alle novità che dalla
medesima fonte si vogliano dedurre, {+e
ne facilita l'introduzione.} Il canale è scavato, nè fa di bisogno
fabbricarlo; sta allo scrittore il dar corso per esso alle acque, giusta la
misura che gli paia opportuna. Aggiungasi a questo, che tale commercio onde la
lingua italiana si arricchì della spagnuola, fu, come ho detto, nel secolo in
che la nostra lingua si formò e perfezionò, e prese o determinò il suo
carattere, cioè nel cinquecento; ond'è ben naturale che molte parti della lingua
spagnuola {+non ancora da noi
ricevute,} convengano e consuonino colle proprietà della nostra
lingua, poichè non poche forme e locuzioni, ed anche non poche voci spagnuole e
significazioni di voci, entrarono nella composizione della nostra lingua {appunto} quand'ella ricevè la sua piena forma e
perfezionamento e la {distinta} specifica impronta del
suo
3392 carattere. Finalmente è da osservarsi che
mentre i nostri antichi non solo nel cinquecento, ma fin dal ducento e dal
trecento introdussero nella lingua nostra moltissime voci, locuzioni e forme
francesi che ancora in buona parte vi si conservano, queste, da tanto tempo in
qua, e similmente quelle altre infinite che i moderni v'introdussero e
v'introducono tuttavia, serbano sempre, chi ben le guarda, una sembianza e una
fisonomia di forestiere, massime le locuzioni e forme. Laddove le frasi e i
modi, ed anche i vocaboli spagnuoli introdotti nella nostra lingua, stanno e
conversano in essa colle nostre voci italiane così naturalmente che paiono non
venuti ma nati, non ispagnuoli ma italiani quanto alcun altro mai possa essere e
quanto lo sono i nostri propri vocaboli. Anzi io so certo che pochissimi, ma
veramente pochissimi, sanno, o sapendo, avvertono questi tali esser modi e
vocaboli {o significati} d'origine spagnuola. Ben {ne} veggo assai sovente de' riputati e battezzati per
purissimi italiani natii, {#1. massimamente
modi e significati.} Nè me ne maraviglio, perocchè in essi la
differenza dell'origine nulla si sente, ed è possibile il saperla, ma
3393 non il sentirla. E non voglio tacere che delle
tante parole, frasi e forme francesi introdotte da' nostri antichi, sia {ducentisti, sia} trecentisti, sia cinquecentisti, sia
secentisti, nell'italiano, grandissima parte, e forse la maggiore, è uscita
dall'uso nostro ed antiquata per modo che oggidì nemmeno il più sfrontato e
impudente gallicista e parlatore o scrittore di francese maccheronico sarebbe
ardito di usarle. E ciò, quanto a quelle che furono tra noi usate nel ducento o
nel trecento, è accaduto da gran tempo in qua, cioè fino dal cinquecento, nel
qual secolo le antiche voci francesi - italiane che oggi più non s'usano, erano
parimente quasi tutte dimenticate, benchè delle altre se ne introducessero. Ma
delle voci e maniere spagnuole {+introdotte fra noi,} ben poche o la minor parte, o certo in assai
minor numero che delle francesi, si trovano oggidì esser cadute dell'uso nostro.
Le altre han posto da gran tempo saldissime radici {+nella lingua italiana,} come quelle che l'hanno
trovata esser terreno proprio da loro, e tale che l'esservi esse state
3394 piuttosto traspiantate che prodotte spontaneamente
e primieramente, sia piuttosto caso che natura.