[3745,2] Il piacere è sempre passato o futuro, e non mai
presente, nel modo stesso che la felicità è sempre altrui e non mai di nessuno,
o sempre condizionata e non mai assoluta: e così è impossibile che altri dica
con {pieno} sentimento di
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vero dire, e con piena sincerità e persuasione, io provo
un piacere, ancorchè menomo, quantunque tutti dicono io n'ho provato e proverò; quanto è impossibile
che alcun dica di cuore io son felice, o Beato
me, quando però tutti dicono beato il
tale o il tal altro,
{e}
io sarei felice se mi trovassi tale o tale, e beato me se
ottenessi tale o tal cosa, e se fosse questo o questo. E le cagioni per cui sono impossibili parimente le due
cose sopraddette, sono appresso a poco le stesse. E come il non esser niuno che
dica me beato, dimostra che tutti s'ingannano
quelli che dicono beato te o lui, e io sarei beato in
tale o tal caso (e tutti gli uomini
così parlano e parleranno sempre {+e di
cuore}); così il non esser chi dica di vero animo io provo piacere presentemente, dimostra che niuno provò nè proverà
mai piacere alcuno, benchè tutti si pensino e {moltissimi
affermino} con sentimento di verità, di averne provato e di averne a
provare. (21. Ott. 1823.).
Memorie della mia vita.Felicità, è sempre altrui, e non mai di nessuno.Piacere (Teoria del).