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[38,1]   38 Non so se si possa far cosa più dispiacevole altrui quanto ad uno che v'abbia fatto un dono splendido, offrirne goffamente un altro molto inferiore, col che si viene a mostrare {di stimar poco quel dono comparandolo con quello che si presenta quasi fosse atto a compensarlo, e} di credere che il dono ricevuto si sia già compensato sgravandosi dell'obbligo della gratitudine, e il donatore che nel donarvi si compiaceva in se stesso aspettandosi da voi e la cognizione del benefizio, e la gratitudine (quantunque dovesse essere anche necessariamente e prevedutamente infruttuosa) si vede nell'atto della sua maggior compiacenza privo del premio del suo sacrifizio, e di più senza potersene lagnare se non altro fra se così altamente e generosamente come possono quelli che trovano ingratitudine. La qual frustrazione di speranza dopo un sacrifizio {e forse anche uno sforzo} fatto per conseguirla effettivamente, produce nell'uomo un senso disgustosissimo.