[3953,1]
3953 Queste osservazioni si applichino al detto da me
altrove pp. 227-28
pp. 2233-36 sopra quanto
debba naturalmente esser diverso il giudizio degli uomini circa il pregio ec.
delle scritture, siccome è naturalmente diversissimo l'effetto loro (anche
lasciando affatto da parte l'invidia {l'ignoranza} e
cose tali che variano o falsificano i giudizi per colpa umana, sebbene anch'esse
inevitabili e naturali); e quanto la fama degli scritti, scrittori, stili ec.
dipenda dalle circostanze, e da infinite {e
diversississime} circostanze, e combinazioni di circostanze. L'arte
dello scrittore si riduce e deve ridurre a osservar qual effetto
qual[quali] idee, appresso a poco ed in
grosso e confusamente parlando, producano o sogliano produrre tali o tali parole
e combinazioni e usi loro nel più degli uomini o de' nazionali generalmente
considerati, nel più delle circostanze di ciascheduno e nelle più ordinarie, per
natura o per gli abiti più invalsi ec. ec. E gli scritti, scrittori e stili che
sono in maggior fama e pregio, son quelli che meglio e più felicemente hanno
osservato le dette cose e regolatisi secondo le dette osservazioni e saputo
trarne vantaggio ed applicarle all'uso e conformarvi i loro modi di scrivere;
non quelli che a tutti, neanche a' nazionali, in ogni tempo e circostanza loro,
piacciono e producono lo stesso effetto, e nello stesso grado, o pur solamente
producono effetto qualunque, o una stessa sorte di effetto; chè tutto questo è
impossibile ad uomo nato e di niuno o poeta o scrittore ec. libro, stile ec. si
verifica, nè è per verificarsi mai,
3954 nè mai si
verificò.
227,1