[4308,6] Leggendo la curiosa lettera di Vero a Frontone (ad Ver. imp. ep. 3.
ed. Rom.) in cui lo prega di scrivere la storia
delle gesta di esso Vero nella guerra partica, mi par proprio di leggere una lettera di
qualche moderno scrittore a un giornalista sopra qualche sua opera. Lo stesso
amor proprio, esagerazione, noncuranza del vero ec. E in verità quella lettera
(v. anche quella di Cic. a Lucceio) ci mostra quanto dobbiamo fidarci di storie, anche
contemporanee. Ma che differenza tra gli antichi e i moderni ancor qui! Questi
raccomandano 1. delle operucce, 2. a un giornalista, 3. per un articolo; quelli
1. de' fatti militari o civili, 2. a uomini famosi, 3. per una storia ec. ec. a
lett. di Vero è
senza niuna diversità nell'edizione
milanese, e meriterebbe di esser citata tradotta.
(Firenze. 21. Giugno, anniversario del mio
primo arrivo a Firenze. 1828.).