[519,2]
Alla p. 468.
Oltre che nella Salita di Ciro l'autore parla di
Senofonte con un tale temperamento
di modestia, e di amore, col quale chiunque conosca il cuore umano, leggendo la
detta opera, riconosce a prima vista che l'uomo non parla nè può parlare se non
di se stesso. (17. Gen. 1821.).