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Alla p. 605.
fine. Ma quando anche si supponga lo spirito, {assolutamente} semplice e senza parti, non segue ch'egli non possa
perire. Conosciamo noi la natura di un tal essere cosiffatto, per poter
pronunziare s'egli è immortale o mortale? Non c'è che una maniera di perire,
cioè il disciogliersi? Nella materia non ce n'è altra, e però noi non conosciamo
se non questa maniera; ma parimente non conosciamo altra maniera d'essere che
quella della materia. Se una cosa può essere in maniera a noi del tutto
630 ignota e inconcepibile, anche può perire in maniera
del tutto ignota e inconcepibile all'uomo. Dico può perire, non dico perisce,
perchè non posso, come non si può dire {umanamente} il
contrario, non perisce, ovvero, non può perire perchè la materia perisce in
altro modo, ed ella non può perire come la materia. Dico può perire, perchè non
è più difficile nè inverisimile una tal maniera di perire, che una tal maniera
di essere; (una maniera, dico, inconcepibile all'uomo) una tal morte, che una
tale esistenza. Tutte due sono ugualmente fuori della nostra portata, la quale
non si estende una mezza linea al di là della materia.