[64,2] Molti sono che dalla lettura de' romanzi libri
sentimentali ec. o acquistano una falsa sensibilità non avendone, o corrompono
quella vera che avevano. Io sempre nemico mortalissimo dell'affettazione
massimamente in tutto quello che spetta agli effetti dell'animo e del cuore mi
sono ben guardato dal contrarre questa sorta d'infermità, e ho sempre cercato di
lasciar la natura al tutto libera e spontanea operatrice ec. A ogni modo mi sono
avveduto che la lettura de' libri non ha veramente prodotto un[in] me nè affetti o sentimenti che non avessi, nè anche
verun effetto di questi, che senza esse letture non avesse dovuto nascer da se:
ma pure gli ha accelerati, e fatti sviluppare più presto, in somma sapendo io
dove quel tale affetto moto sentimento ch'io provava, doveva andare a finire,
quantunque lasciassi intieramente fare alla natura, nondimeno trovando la strada
come aperta, correvo per quella più speditamente. Per esempio nell'amore la
disperazione mi portava più volte a desiderar vivamente di uccidermi: mi ci
avrebbe portato senza dubbio da se, ed io sentivo che quel desiderio veniva dal
cuore ed era nativo e {mio} proprio non tolto in
prestito, ma egualmente mi parea di sentire che quello mi sorgea così tosto
perchè dalla lettura recente del Verter, sapevo che quel genere di amore
ec. finiva così, in somma la disperazione mi portava là, ma s'io fossi stato
nuovo in queste cose, non mi sarebbe venuto in mente quel desiderio così presto,
dovendolo io come inventare, laddove (non ostante ch'io fuggissi quanto mai si
può dire ogni imitazione ec.) me lo trovava già inventato.
Memorie della mia vita.Romanzi. Sentimentale.136. Di un effetto che produsse in me la lettura de'
romanzi.