[659,1] L'invenzione e l'uso delle armi da fuoco, ha combinato
perfettamente colla tendenza presa dal mondo in ordine a qualunque cosa, e
derivata naturalmente dalla preponderanza della ragione e dell'arte; colla
tendenza, dico, di uguagliar tutto. Così le armi da fuoco, hanno uguagliato il
forte al debole, il grande al piccolo, il valoroso al vile, l'esercitato
all'inesperto, {i modi di
combattere delle varie nazioni}: e la guerra ancor essa ha preso un
equilibrio, un'uguaglianza che sembrava contraria direttamente alla sua natura.
E l'artifizio, sottentrando alla virtù,
660 ed
agguagliandola, e anche superandola, e rendendola inutile, ha pareggiato
gl'individui, tolta la varietà, spento quindi anche nella guerra, l'entusiasmo
quasi del tutto, spenta l'emulazione, e toltale la materia, spento l'eroismo,
giacchè tanto vale un soldato eroe, quanto un Martano, o se anche non l'ha
spento, l'ha confuso colla viltà, e reso indistinguibile, e quindi senza
eccitamento e senza premio: in fine ha contribuito sommamente anche per questa
parte a mortificare il mondo e la vita.
Tanto è vero che il bello, il grande, il vario, non si trova se non che nella
natura, e si perde subito appena si esce da lei, appena sottentrano l'arte e la
ragione, in qualunque cosa. (14. Feb. 1821.).
984,2Armi da fuoco.Uniformità delle nazioni moderne ec.