[933,3] 3. Sebbene un {popolo}
conquistatore trasporti e pianti la sua lingua nel paese conquistato, e distrugga anche del tutto la lingua paesana, la sua
lingua in quel tal paese appoco appoco si altera, finattanto che torna a
diventare una lingua diversa dalla introdottaci. Testimoni i Romani,
934 la cui lingua piantata colla conquista nella
Francia e nella Spagna, (per
non estenderci ora ad altro) e distrutta intieramente la lingua indigena
(giacchè quei minimi avanzi che ne potessero ancora restare, non fanno caso),
non fece altro che alterandosi a poco a poco, finalmente emettere dal suo seno
due lingue da lei formalmente diverse, la francese, e la spagnuola. Lo stesso si
potrebbe dire d'infinite altre famiglie di lingue Europee, e non Europee, che
uscite ciascuna da una lingua sola, colla diffusione dei loro parlatori, si sono
moltiplicate e divise in tante lingue quante compõgono[compongono] quella tal famiglia.
FranceIspagna