[2051,1] Questi effetti che ho specificati li produce Orazio a ogni tratto, coll'arditezza
della frase, onde dentro il giro di un solo inciso vi trasporta e vi sbalza più
volte di salto da una ad altra idea lontanissima e diversissima. {+(Come pure coll'ordine figuratissimo
delle parole, e colla difficoltà, e quindi attività ch'esso produce in chi
legge.)} Metafore coraggiose, epiteti singolari e presi da lungi,
inversioni, collocazioni, soppressioni, {+tutto dentro i limiti del non eccessivo (eccessivo potrebb'essere pei tedeschi, troppo poco per
gli orientali)} ec. ec. producono questi effetti in
qualsivoglia luogo delle sue poesie.
Pone me pigris ubi nulla campis
Arbor ęstiva recreatur aura,
Quod latus mundi nebulę, malusq
Iuppiter urget. *
Eccovi prima la pigrizia, poi questa applicata ai campi, e immediatamente gli alberi, e l'aria d'estate, poi un fianco del mondo, poi 2052 e lnebbie, e poi Giove {in vece del cielo, e} malvagio in vece di contrario, che urtano o spingono o perseguitano quella parte di mondo.
Pone me pigris ubi nulla campis
Arbor ęstiva recreatur aura,
Quod latus mundi nebulę, malusq
Iuppiter urget. *
Eccovi prima la pigrizia, poi questa applicata ai campi, e immediatamente gli alberi, e l'aria d'estate, poi un fianco del mondo, poi 2052 e lnebbie, e poi Giove {in vece del cielo, e} malvagio in vece di contrario, che urtano o spingono o perseguitano quella parte di mondo.