[2734,1] Lascio la Storia Ecclesiastica, della quale i greci
hanno tanti scrittori, e i latini, si può dir, niuno {se non S. Ilario, della cui storia restano
alcuni}
{+frammenti,
che non so però quanto abbiano dello storico, nè se quella fosse
veramente storia. V. i Bibliografi, e le opp. di S. Ilario, e una Dissert. del Maffei appiè dell'opp. di S. Atanas. edizione di
Pad. 1777.} Lascio le
Croniche d'Africano e d'Eusebio, opere che niuno
avrebbe pur saputo immaginare a quei tempi nell'Europa
latina, che furono il modello di tutte le miserabili Cronografie latine uscite dipoi (di Prospero, Isidoro ec.), che furono recate allora nella lingua
d'Italia, come nell'infanzia della letteratura latina
furono tradotte le opere di Omero, di
Menandro,
2735 ec. che furono anche recate nelle lingue
d'Oriente (armena, siriaca ec.), di
quell'Oriente che di nuovo riceveva la civiltà e
letteratura dalla grecia, e quivi ancora servirono di
modello, come alla Cronica di Samuele Aniese ec. (30. Maggio.
1823.).
Aniese, SamueleAtanasio di AlessandriaEusebioHilariusHilariusIsidorus HispalensisJulius Africanus, SextusMaffei, ScipioneMenandroOmeroProspero d'AquitaniaChroniconChronographiaiOpereEuropa latinaGraeciaItaliaorienteorientePad.