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Motti e risposte argute.

Quips and witticisms.

185,2 212,1 273,1 309,3 474,1 663,1.2 2588,1 4068,8 1,3 6,1 55,3 66,3 67,1 71,1

[185,2]  In ordine alle donne, diceva taluno, ho già perdute due virtù teologali, la fede e la speranza. Resta l'amore, cioè la terza virtù, della quale per anche non mi posso spogliare, con tutto che non creda nè speri più niente. Ma presto mi verrà fatto, e allora {finalmente} mi appiglierò alla contrizione. (25. Luglio 1820.).

[212,1]  Domandava una donna {+(un cortigiano)} a un viaggiatore, {avendogli a dire una cosa poco piacevole;} volete ch'io vi parli sinceramente? Rispose il viaggiatore, anzi ve ne prego. Noi altri viaggiatori cerchiamo le rarità. (16. Agosto 1820.).

[273,1]   273 Di un ricco avaro al quale era stata rubata una piccolissima somma {in un suo stanzino pieno di danaio,} disse taluno, S'è mostrato avaro (È stato avaro) anche nel lasciarsi rubare. (13. 8.bre 1820.).

[309,3]  Di uno sciocco che sempre vien fuori colla logica, dove ha gran presunzione, e la caccia in tutti i discorsi. Egli è propriamente l'uomo definito alla greca; un animale logico.

[474,1]   474 Di un francese di nazione o di costume, ch'a ogni tratto si buttava in ginocchio avanti alle donne. Se raccontava loro, poniamo caso, una storietta galante, o una nuova di gazzetta, e quelle non ci credevano, per dimostrazione, {per supplicarle a credere, come per impetrar fede o credenza,} si buttava in ginocchio. (5. Gen. 1821.).

[2588,1]   2588 A un giovane il quale {essendo innamorato degli studi,} diceva che della maniera di vivere, e della scienza pratica degli uomini se n'imparano cento carte il giorno, rispose N. N. ma il libro (ma gli è un libro) è da 15 o 20 milioni di carte. (30. Luglio 1822.).

[4068,8]  A un giovane sventatello che per iscusarsi di molti errori e cattive riuscite e vergogne e male figure fatte nella società e nel mondo, diceva e ripeteva sovente che la vita è una commedia, replicò un giorno N.N.,, anche nella commedia è meglio essere applaudito che fischiato, e un commediante che non sappia fare il suo mestiere (professione), all'ultimo si muor di fame. (17. Aprile 1824.)

[1,3]  Una Dama vecchia avendo chiesto a un giovane di leggere alcuni suoi versi pieni di parole antiche, e avutili, poco dopo rendendogliele[rendendoglieli] disse che non gl'intendeva perchè quelle parole {non s'usavano} al tempo suo. Rispose il giovane: Anzi credea che s'usasseto perchè sono molto antiche.

[6,1]   6 Messer tale domandato da alcuni che disputavano sopra una statua antica di Giove in terra cotta che ne sentisse, rispose: Maravigliomi come non vi siate accorti che questo è un Giove in Creta: volendo dire in terra cotta, ma in sembianza, nell'isola di Creta, dove Giove fu allevato.

[55,3]  A. S'io fossi ricco ti vorrei donar tesori. B. Oibò, non vorrei ch'Ella se ne privasse per me. Prego Dio che non la faccia mai ricca.

[66,3]  Di un calcolatore che ad ogni cosa che udiva si metteva a computare, disse un tale: Gli altri fanno le cose, ed egli le conta.

[67,1]   67 Qualunque domestico entra nella mia famiglia non n'esce mai {finchè non muore,} come potete sentire da quelli che ci sono stati, diceva un padrone di casa al nuovo suo cuoco, dopo che due altri se n'erano licenziati spontaneamente.

[71,1]  A un cavallo turco. Oh quanto tu sei meglio degli uomini del tuo paese.

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