Grandezza antica, piccolezza moderna: durabilità delle opere antiche, caducità delle moderne.
Ancient greatness, modern pettiness: durability of ancient works, decadence of the modern.
340,1 3435,1[340,1] In somma considerate gli antichi e i moderni: vedrete
evidentemente una gradazione incontrastabile e notabilissima di grandezza,
sempre in ragion diretta dell'antichità. Cominciando dagli uomini di Omero, un palmo più alti dei moderni,
come dicea quel francese, e dalle piramidi di Egitto ec.
discendete alle imprese nobilissime e grandiosissime, ai lavori immensi, alle
fabbriche, {alla solidità delle loro costruzioni fatte per
l'eternità (cosa propria anche de' tempi bassi, e fino al cinque o
secento),} alla profondissima impronta delle monete, all'eroismo, e a
tutti gli altri generi di grandezza che distinguono i greci, i romani ec. E poi
venendo ai tempi bassi e gradatamente ai moderni, vedete come l'uomo si vada
sensibilmente impiccolendo, finchè giunge a quest'ultimo grado di piccolezza
{generale e individuale,} e d'impotenza in cui lo
vediamo oggidì. In maniera che l'eterna fonte del grande (come del bello) sono
gli scrittori, le opere d'ogni sorta, gli esempi, i costumi, i sentimenti degli
antichi; e degli antichi si pasce ogni anima straordinaria de' nostri tempi.
(V. p. 338. capoverso 1.) Che
segno è questo? La ragione ingrandisce o
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impiccolisce? La natura era grande o piccola? (20. Nov. 1820.).
[3435,1] L'immaginazione e le grandi illusioni onde gli
antichi erano governati, e l'amor della gloria che in lor bolliva, li facea
sempre mirare alla posterità ed all'eternità, e {cercare} in ogni loro opera la perpetuità {+e proccurar sempre l'immortalità loro e delle opere
loro.} Volendo onorare un defonto[defunto] innalzavano un monumento che contrastasse coi secoli, e che
ancor dura forse, dopo migliaia d'anni. Noi spendiamo sovente nelle stesse
occasioni quasi altrettanto in un apparato funebre, che dopo il dì dell'esequie
si disfa, e non ne resta vestigio. La portentosa solidità delle antiche
fabbriche d'ogni genere, fabbriche che ancor vivono, mentre le nostre, {anche pubbliche,} non saranno certo vedute da posteri
molto lontani; le piramidi, gli obelischi, gli archi di trionfo,
3436 la profondissima impronta delle antiche {medaglie e} monete, che passate per tante mani, dopo
tante vicende, tanti secoli ec. ancor si veggono belle e fresche, e si leggono,
dove i coni delle nostre monete di cent'anni fa son già scancellati; tutte
queste e tant'altre simili cose sono opere, effetti, e segni delle antiche
illusioni e dell'antica forza e dominio d'immaginazione. Se fabbricavano per
fasto i monumenti del loro fasto dovevano durare in eterno, e il loro orgoglio
non si appagava dell'ammirazione di un secolo, ma tutti in perpetuo dovevano
esser testimoni della sua potenza e {contribuire a}
pascere la sua vanità: se per diletto, per bellezza, ornamento ec. tutto questo
s'aveva da propagare nel futuro in perpetuo; se per utile tutte le generazioni
avvenire avevano a partecipare di quella utilità; se il principe, se il comune,
se i privati, se per comodo, {per onore, per vantaggio}
particolare o pubblico; se in memoria di successi ricordevoli o privati o
pubblici; se in ricompensa di virtù, di belle azioni, di beneficii pubblici o
privati; se in onor privato o pubblico, di vivi o di morti; se in testimonianza
d'amore ec. ec. qualunque fine si proponessero, qualunque
3437 effetto dovesse seguitare a quell'opera, esso aveva ad essere
eterno, s'aveva a stendere in tutto l'avvenire, non aveva {a} cessar mai. Le grandi illusioni onde gli antichi erano animati non
permettevano loro di contentarsi di un effetto piccolo e passeggero, di
proccurare un effetto che avesse a durar poco, instabile, breve; di soddisfarsi
d'una idea ristretta a poco più che a quello ch'essi vedevano. L'immaginazione
spinge sempre verso quello che non cade sotto i sensi. Quindi verso il futuro e
la posterità, perocchè il presente è limitato e non può contentarla; è misero ed
arido, ed ella si pasce di speranza, e vive promettendo sempre a se stessa. Ma
il futuro per una immaginazione gagliardissima non debbe aver limiti; altrimenti
non la soddisfa. Dunque ella guarda e tira verso l'eternità.