Poeti, scrivon bene anco in prosa; non così prosatori in verso. Luogo di D. Laerzio.
Poets write well also in prose; not so prose writers in verse. Passage from D. Laertius.
527,2Poeti, non possono poetare nel colmo dell'entusiasmo.
Poets, cannot write poetry at the height of enthusiasm.
714,1[527,2]
Τέταρτος
*
(Ξενοκράτης), ϕιλόσοϕος, ᾽Ελεγείαν γεγραϕὼς
οὐκ ἐπιτυχῶς.
*
(Elegiae scriptor non satis probatus). Ἴδιον δέ
*
{Ιδιον,
strano. V. le mie osservazioni sui Taumasiografi greci. Mirum hoc videri potest, quod, etc..}
(Ita enim se habet res) Ποιηταὶ μὲν γὰρ ἐπιβαλλόμενοι
πεζογραϕεῖν, ἐπιτυγχάνουσι˙
*
(si quid prosa oratione scribere
velint, pręstant) πεζογράϕοι δὲ ἐπιτιϑέμενοι ποιητικῇ,
πταίουσι.
*
(si poeticę sibi partes vindicare velint, non
assequuntur) Δῆλον τὸ μὲν ϕύσεως εἶναι
*
, (scil.
τὸ τῆς ποιητικῆς) τὸ δὲ τέχνης ἔργον.
*
Laerz. in Xenocrate l. 4. segm. 15.
528 E v. se ha nulla in questo proposito il Menagio. (19. Gen.
1821.).
[714,1]
714 Spesse volte il troppo o l'eccesso è padre del
nulla. Avvertono anche i dialettici che quello che prova troppo non prova
niente. Ma questa proprietà dell'eccesso si può notare ordinariamente nella
vita. L'eccesso delle sensazioni o la soprabbondanza loro, si converte in
insensibilità. Ella produce l'indolenza e l'inazione, anzi l'abito ancora
dell'inattività negl'individui e ne' popoli; e vedi in questo proposito quello
che ho notato con Mad. di Staël, Floro ec. p. 620 fine - 625 principio. Il poeta nel colmo
dell'entusiasmo, della passione ec. non è poeta, cioè non è in grado di poetare.
All'aspetto della natura, mentre tutta l'anima sua è occupata dall'immagine
dell'infinito, mentre le idee segli affollano al pensiero, egli non è capace di
distinguere, di scegliere, di afferrarne veruna: in somma non è capace di nulla,
nè di cavare nessun frutto dalle sue sensazioni: dico nessun frutto o di
considerazione e di massima, ovvero di uso e di scrittura; di teoria nè di
pratica. L'infinito non si
715 può esprimere se non
quando non si sente: bensì dopo sentito: e quando i sommi poeti scrivevano
quelle cose che ci destano le ammirabili sensazioni dell'infinito, l'animo loro
non era occupato da veruna sensazione infinita; e dipingendo l'infinito non lo
sentiva. {I sommi dolori corporali non si sentono, perchè o
fanno svenire, o uccidono.} Il sommo dolore non si sente,
cioè finattanto ch'egli è sommo; ma la sua proprietà, e[è] di render l'uomo attonito; confondergli, sommergergli,
oscurargli l'animo in guisa, ch'egli non conosce nè se stesso, nè la passione
che prova, nè l'oggetto di essa; rimane immobile, e senza azione esteriore, nè
{si può dire}, interiore. E perciò i sommi dolori
non si sentono nei primi momenti, nè tutti interi, ma nel successo dello spazio
e de' momenti, e per parti, come ho detto p. 366. - 368. Anzi non solo il sommo dolore, ma ogni somma passione,
ed anche ogni sensazione, ancorchè non somma, tuttavia tanto straordinaria, e,
per qualunque verso, grande, che l'animo nostro non sia capace di contenerla
716 tutta intera simultaneamente. Così sarebbe anche la
somma gioia.
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