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40. Immagini ed effetti accidentali che talora nascono dalle espressioni de' poeti e degli altri scrittori, senza essere stati cercati da questi, come quel della spugna gittata da Protogene sul suo Ialiso.

Images and accidental effects which sometimes are born from the expressions of poets and other writers, without being sought by them, like that of the sponge Protogenes threw on his Ialysos.

25-26

[25,1]  Una considerazion fina intorno all'arte dello scrivere è questa che alle volte, la collocazione, diremo, fortuita delle parole, quantunque il senso dell'autore  26 sia chiaro tuttavia {a} prima vista produca ne' lettori un'altra idea, il che, quando massime quest'idea non sia conveniente bisogna schivarlo, massime in poesia dove il lettore è più sull'immaginare e più facile a creder di vedere {e che il poeta voglia fargli vedere} quello ancora che il poeta non {pensa o anche non} vorrebbe. Ecco un es. Chiabrera Canz. lugubre 15. In morte di Orazio Zanchini che comincia: Benchè di Dirce al fonte * , strofe 3. verso della canz. 37. della strofa duodecimo e penultimo: Ora il bel crin si frange, E sul tuo sasso piange * . Si frange qui vuol dire si percuote, e intende il poeta, colle mani ec. Il senso è chiaro, e quel si frange non ha che far niente con sul tuo sasso, e n'è distinto quanto meglio si può dire. Ma la collocazione casuale delle parole è tale, ch'io metto pegno che quanti leggono la Canz. del Chiabrera colla mente così sull'aspettare immagini, a prima giunta si figurano Firenze personificata (che di Fir. personif. parla il Chiabrera) che percuota la testa e si franga il crine sul sasso del Zanchini; quantunque immediatamente poi venga a ravvedersi e a comprendere senza fatica l'intenzione del poeta ch'è manifesta. Ora, lasciando se l'immagine ch'io dico sia conveniente o no, certo è che non è voluta dal poeta, e ch'egli perciò deve schivare questa illusione quantunque momentanea (bastando che queste parole del Chiabr. servano d'esempio senza bisogno che l'immagine sia sconveniente) eccetto s'ella non gli piacesse come forse si potrebbe dare il caso, ma questo non dev'essere se non quando l'immagine illusoria non nocia alla vera e non ci sia bisogna di ravvedimento per veder questa seconda, giacchè due immagini in una volta non si possono vedere, ma bensì una dopo l'altra il che quando fosse, potrebbe anche il poeta lasciare e anche proccurare questa illusione, dove pure non noccia al restante del contesto, perch'ella non fa danno, e d'altra parte è bene che il lettore stia sempre tra le immagini. Quello che dico del poeta s'intenda proporzionatamente anche degli altri scrittori. Anzi questa sarebbe la sorgente di una grand'arte e di un grandissimo effetto proccurando quel vago e quell'incerto ch'è tanto propriamente e sommamente poetico, e destando immagini delle quali non sia evidente la ragione, ma quasi nascosta, e tale ch'elle paiano accidentali, e non proccurate dal poeta in nessun modo, ma quasi ispirate da cosa invisibile e incomprensibile e da quell'ineffabile ondeggiamento del poeta che quando è veramente inspirato dalla natura dalla campagna e da checchessia, non sa veramente com'esprimere quello che sente, se non in modo vago e incerto, ed è perciò naturaliss. che le immagini che destano le sue parole appariscano accidentali.

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