54. Se il nome delle lettere abbia a essere be ce eccetera, o bi ci, come si dice in Toscana.
Whether the name of the letters should be "be" "ce", etc. or "bi, ci", as pronounced in Tuscany.
30[30,2] Nella quistione se debba dire be ce
de ec. o bi ec. e però abbiccì o abbeccè della quale v. il Manni
Lez. di ling.
toscana, io senza cercare l'uso di qual città debba far legge
ma quale sia più ragionevole preferisco l'abbeccè ch'è
anche nostro marchegiano, per ragioni cavate dalla natura la quale pare che quel
riposo vocale per la cui necessità soltanto si dà il nome alle consonanti,
lasciando le vocali sole come sono, (quantunque gli antichi {greci ebrei ec} nominassero anche le vocali) l'abbia ristretto
all'e onde provatevi a pronunziar sola {una consonante} p. e. l'f o l'n: (metto queste sulle
quali non cade la quistione nè l'uso di pronunziare piuttosto in un modo che in
un altro) vedrete che la pronunzia non potendo star sospesa e finita nella pura
consonante, e dove[dovendo] cascare in
vocale vi casca nell'e: così vediamo che i fanciulli
nel leggere e chiunque strascina la pronunzia delle parole, a quelle lettere che
non hanno vocale dopo aggiunge un mezzo e, come in aredenetemenete
ine
pace ec. Però gli ebrei (e credo che così sia in tutte
le lingue orientali) ponendo sempre un riposo dopo ogni consonante o espresso o
sottinteso, quando manca la vocale, ci mettono o ci suppongono lo sceva tanto in
mezzo che in fine delle parole, il quale talora si pronunzia talora no, e in
genere si può molto propriamente rassomigliare all'e
muta dei francesi, i quali non hanno altra vocale muta che l'e, nuova prova di quel ch'io dico.