82. Immortalità nostra desunta dalla nostra infelicità presente.
Our immortality deduced from our present unhappiness.
44[44,3] L'infelicità nostra è una prova della nostra
immortalità, considerandola per questo verso che i bruti e in certo modo tutti
gli esseri della natura possono esser felici e sono, noi soli non siamo nè
possiamo. Ora è cosa evidente che in tutto il nostro globo la cosa più nobile, e
che è padrona del resto., anzi quello a cui servizio pare a mille segni
incontrastabili che sia fatto non dico il mondo ma certo la terra è l'uomo. E
quindi è contro le leggi costanti che possiamo notare osservate dalla natura che
l'essere principale non possa godere la perfezione del suo essere ch'è la
felicità, senza la quale anzi è grave l'istesso essere cioè esistere, mentre i
subalterni, e senza paragone di minor pregio possono tutto ciò, e lo conseguono,
il che è chiaro a mille segni e per la[le]
ragioni ancora indicate in un altro pensiero p. 40,1.