90. Ragionevolmente si concede agl'italiani che derivino voci e modi dal latino, negando loro che possano fare altrettanto da altre lingue eziandio sorelle. Barbarie delle voci greche nelle lingue moderne. Lingua francese considerata sotto questo rispetto. Voci repubblicane.
It is reasonable to allow Italians to derive words and moods from Latin, while denying them to do that from other sister languages. Barbarity of Greek words in modern languages. French language considered in this context. Republican terms.
47-48[47,3] Perciò si vuole che le parole che si hanno da aggiungere
alla nr̃a[nostra] lingua {o
per arricchirla, o per necessità ec.} si prendano dal latino e non dal
francese nè dal tedesco ec. chiamando quelle buone e approvandole, e queste
barbare, perchè quelle ordinariamente o almeno assai più spesso e facilmente
consentono coll'indole della lingua nostra, e le lasciano la sua forma e
sembianza nativa e la sua grazia ec. ma queste dissuonano manifestissimamente e
sconvengono, e sconvenendo fanno la barbarie, e se son molte guastano le forme
native, e la venustà e grazia propria e primitiva della lingua. E questa
sconvenienza si scorge anche nelle semplici parole, com'è chiaro, vedendosi
subito che vengono da un'altra fonte, laddove le latine non possono venire da
un'altra fonte, essendo da quella stessa fonte venuta si può dir tutta intera la
lingua italiana, e benchè da essa sia venuta anche la francese, non però la
italiana è venuta dalla francese, e quindi per quanto la sorgente sia la stessa,
nel corso si può bene il rivo essere, anzi s'è mutato, e alterato, ed ha
acquistato proprietà tali, che non ha più nessun diritto di dare ad un altro
rivo nato dalla stessa sorgente, le sue acque, come
48 a
lui convenienti. Laddove la fonte non essendo alterata, restiamo sempre in
diritto d'attingerne, e anche quivi con giudizio, e quanto è permesso dalle
alterazioni che ha sofferte il nostro proprio rivo, per cagione delle quali
alcune acque della stessa sorgente non ci si potrebbero mescolare senza
sconvenienza. Ed ecco la cagione del diverso diritto, e delle diverse
conseguenze che si devono dedurre dalla fratellanza delle lingue e dalla
figliolanza. Quello poi che ho detto delle parole va inteso e molto più
intensamente delle frasi che corrompono più e sconvengono più, avendo faccia più
manifestamente straniera e dissimile. E che questa non sia pedanteria e cieca
venerazione dell'antichità si vede chiaro da questo che non solo non amiamo ma
detestiamo le parole greche, quantunque la lingua latina ne prendesse in tanta
copia, e appunto per uso d'arricchirsi, e per le diverse necessità d'esprimer
questa o quella cosa mancante di parola latina dove senza crearla di nuovo la
levavano di peso dal greco ed è costume usitatissimo dei latini come di Cic. di Celso ec. quantunque
principalmente di chi scriveva di scienze come Plin. ec. ma anche Oraz. com'è notissimo ec. Ora perchè
queste hanno viso per noi straniero le fuggiamo di cuore, ed anche gran parte
delle frasi strettamente prese, giacchè dei modi più largamente, infiniti ne
convengono a maraviglia alla nr̃a[nostra]
lingua. Al contrario però di noi la lingua francese non fa una difficoltà al
mondo di spogliare la lingua greca secondo i suoi bisogni e in questi ultimi
tempi se n'è empiuta e satollata strabocchevolmente, onde già fanno dizionari
delle parole francesi derivate dal greco cosa per altro scellerata che guasta
quella lingua orrendamente (come guasta indegnamente la nr̃a[nostra] la barbarie comunissima di usar queste stesse
parole greche massime le moderne pigliandole non dal greco ma dal francese colla
stessa barbarie però, quantunque i più neppur sappiano che siano interamente
greche ma le abbiano per pure francesi, come despota, demagogo, anarchia,
aristocrazia, democrazia, colle terminazioni greche sole p. e. civismo,
filosofismo ec. ec. che in gran parte son politiche {messe
fuori dalla repubblica francese} ma ce ne ha di tutti i generi) e in
principal modo perch'essendo adottata da {tutti gli}
scrittori di scienze la nomenclatura tratta dal greco onde non c'è scienza, anzi
neppure arte, mestiere, rettorica gramatica ec. che non sia piena di greco, e
perfino nel suo nome e in quello delle sue parti non sia intieramente greca, le
parole greche essendo necessariamente di quel sembiante che siamo soliti di
vedere nelle usate dagli scienziati, danno alla lingua francese (e darebbero a
qualunque lingua e daranno all'italiana se dalla francese saranno trasportate
stabilmente nella nostra) un'aria indegna di tecnicismo (per usare una di queste belle parole) e di geometrico e di
matematico e di scientifico che ischeletrisce la lingua, riducendola in certo
modo ad angoli e perchè non c'è cosa più nemica della natura che l'arida
geometria, le toglie tutta la naturalezza e la naïveté, e la popolarità (onde
nasce la bellezza) e la grazia e la venustà, e proprietà, ed anche la forza e
robustezza ed efficacia mancando anche questa assolutamente al linguaggio
tecnico che non fa forza col linguaggio, ma con quello che risulta dalle parole
cioè col significato loro e coll'argomento e ragione, o col concetto spiegato
freddamente con esse.