[1050,3] 2. La servilità di una lingua è incompatibile colla
durata della sua purità, a causa della inevitabile mutazione e novità delle
cose. Ma la lingua francese formata com'è oggi, è {ancor} nuova. Le circostanze hanno voluto che ella ricevesse una
forma stabile in un tempo moderno, e da questa forma fosse ridotta ad esser
lingua precisamente di carattere moderno. Non è dunque maraviglia se le cose
moderne non la corrompono. La quale modernità
1051 di
formazione, fu anche la causa della sua servilità. Se fosse stato possibile che
la lingua francese ricevesse una forma {di genere simile a
quella} che ha presentemente, e divenisse così servile, al tempo in
cui fu formata p. e. la lingua italiana; ella sarebbe oggi così barbara, e
sformata; avrebbe talmente perduta quella tal forma ed indole, che non si
potrebbe più riconoscere. Come infatti la lingua francese così formata come fu
dall'Accademia, non si riconosce dall'antica; e gli Accademici {(o l'età e il genio d'allora)} per ridurla così doverono
trasformarla affatto dall'antica sua natura (v. Algarotti
Saggio sulla lingua francese);
il che sarebbe stato insomma lo stesso che guastarla, e la lingua francese si
chiamerebbe oggi corrotta, se prima di quel tempo ella avesse mai ricevuta una
forma stabile. E quantunque non l'avesse ricevuta, e gli scritti anteriori non
sieno per lo più di gran pregio, nondimeno il solo Amyot, tenuto anche oggi per classico, mostra che
differenza passi tra l'antica {e primitiva e propria}
indole della lingua francese e la moderna; mostra che {se} quella lingua fosse stata mai classica, {(il
che non mancò se non dalla copia di tali scrittori)} la presente
sarebbe barbara; mostra quanto quella lingua fosse libera nelle forme e nei modi
ec. {+mostra la
differenza delle nature de' tempi anche in
Francia ec. E notate che {anche}
Amiot, come {pure}
Montagne, Charron ec. furono nel secolo del 500. epoca
della vera formazione delle lingue italiana e spagnuola, e della
letteratura di queste nazioni.} E ben credo che lo stile
d'Amyot formi la disperazione de'
moderni francesi
1052 che si studino d'imitarlo (v. Andrès, t. 3. p. 97. nota del Loschi), giacchè la loro lingua ne ha
perduta interamente la facoltà, e v. il
luogo di Thomas che ho
citato altrove p. 208
p. 970