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[1058,1]  Oltracciò supponendo che i generi coltivati {da noi} nel 500. o anche nel 300. fossero tutti perfetti, chi non sa che uno stesso genere cambiando forma ed abito, e quasi genio e natura, col cambiamento inevitabile degli uomini e de' secoli, la perfezione antica non basta ad una lingua nè ad una letteratura, s'ella non ha pure una perfezione moderna in quello stesso genere? Se Lisia fu perfetto Oratore al tempo de' 30 tiranni, Demostene ed Eschine non meno perfetti {Oratori} a' tempi di Filippo e di Alessandro, appartengono ad una specie del genere oratorio sì diversa da quella di Lisia, che si può dire opposta (᾽ἰσχνός, e il δεινός); e certo assolutamente parlando, lo vincono di molto in pregio ed in fama. E potremmo recare infiniti esempi di tali rinnuovate e rimodernate perfezioni di uno stesso genere, nelle medesime letterature antiche, e nella stessa italiana dal 300 al 500, e forse anche dentro i limiti dello stesso 500. Ora se la letteratura italiana non ha perfezione  1059 moderna in nessun genere, {anzi se l'italia non ha letteratura che si possa chiamar moderna,} se ec. (ricapitolate il sopraddetto) come dunque la lingua italiana si dovrà stimare {perfetta, e} così perfetta che non le si possa niente aggiungere di perfezione nè di ricchezza (cosa che non accade a nessuna cosa umana che pur si possa chiamare degnamente perfetta); quando è costantissimo che nessuna lingua si perfeziona se non per mezzo della letteratura? e che la perfezione delle lingue dipende capitalmente dalla letteratura? (17. Maggio 1821.).