[1121,1] A me par di poter asserire, 1. che tutti o quasi
tutti i verbi latini radicali (intendo non composti, non derivati, non formati
da nomi, come populo da
1122
populus, o da altre voci), e regolari, cioè non
soggetti ad anomalie, constano {+sempre
di una sola sillaba radicale e perpetua, e la più parte} di tre sole
lettere radicali (al modo appunto de' verbi ebraici); come parare, docere, legere, facere, dicere, dove le lettere radicali e
costanti sono par, doc, leg, fac, dic. Talvolta di più
lettere radicali, ma {pure} di una sola sillaba, come
scribere (che anticamente facea scribsi e scribtum ec. {e così gli altri verbi simili, mutato il b in p o viceversa ec.}
come puoi vedere nel Frontone), dove le lettere radicali sono
{cinque:}
scrib, e la sillaba è nondimeno una sola. Talvolta di
una sillaba parimente, e di sole due lettere come amare le cui lettere radicali sono am, e
così anche ponere, cedere e simili, dove le lettere
perpetue sono solamente po e ce, facendo posui, positum, positus; cessi,
cessum, cessus: ma questi tali anderebbero piuttosto fra' verbi
anomali. Potranno dire che il g di legere non si conserva nel supino lectum e nel participio; che l'a di facere si perde nel perfetto feci, e il c di dicere in dixi. Ma dixi contiene evidentemente il c, essendo lo
stesso che dicsi; e il g di
legere si muta nel supino e participio in c per più dolcezza; non però
si perde nè si trascura come l'o di lego, e come le altre lettere e sillabe che servono
alla sola inflessione de' verbi. E così
1123 dite
dell'a di facere, mutata
nel perfetto in e, o per dolcezza, o per arbitrio, o
per innovazioni introdotte dal tempo, e non primitive; ma in ogni modo, mutata e
non omessa. Così texi e tectum di tegere, sono lo stesso che tegsi e tegtum. {{V. p. 1153.}}
{Gli antichi latini scrivevano
effettivamente dicsi, e legsi e legs, e coniugs ec. e la X dei latini ora valeva CS ora GS. V. il Forcellini lit. X, e l'Encyclopédie.
Grammaire, lettre X.}