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[1145,1]  Primieramente osservo che coarctare è continuativo di coercere, e coercere, come ognun sa, ha ne' buoni latini un significato metaforico (più comune forse del proprio) che somiglia molto a quello di forzare. Anzi alcuni gramatici gli danno {anche} questo significato, sebbene sopra autorità incompetente, cioè quella del libricciuolo de progenie Augusti attribuito a Messala Corvino, dove si legge: Superatos hostes Romę cohabitare coercuit, * cioè costrinse. Il quale libretto sebbene dagli eruditi è creduto apocrifo, e dell'età mezzana, tuttavia non è forse d'autorità nè di tempo inferiore a molti e molti altri che sono pur citati nel Vocabolario latino. Laonde, se coercere  1146 significava forzare, o cosa somigliante, è naturalissimo che il suo continuativo coarctare avesse, almeno nel volgare latino, lo stesso o simile significato.