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[1146,1]  In secondo luogo osservo che la metafora dallo stringere al forzare è così naturale che si trova e nel latino stesso, e (lasciando le altre) in tutte le lingue che ne derivano. Quae tibi scripsi, primum, ut te non sine exemplo monerem: deinde ut in posterum ipse ad eandem temperantiam adstringerer, cum me hac epistola quasi pignore obligavissem * , dice Plinio minore (l. 7. ep. 1.). Che altro vuol dire se non costringersi forzarsi, obbligarsi (com'egli poi spiega) alla temperanza? Altri usi di adstringere {+(e parimente di obstringere, constringere, e del semplice stringere latino)} similissimi a quelli di forzare sono noti ai gramatici. E cogere che {in senso} metaforico {(più comune ancora del proprio)} significa forzare, ed è contrazione di coagere, che altro significa propriamente se non se in unum colligere, congregare, condensare, spissare, colligare, constringere? Il suo continuativo coactare si adopra pure da Lucrezio nel significato di forzare. Presso noi stringere, astringere, costringere,  1147 oltre i significati propri hanno anche il metaforico di sforzare. Presso i francesi astreindre e contraindre si sono talmente appropriato il detto senso, che astreindre manca del primitivo significato di stringere, e {in} contraindre si considera questa significazione propria, come figurata. {+Il che avviene ancora al secondo e terzo dei detti verbi italiani.} Presso gli spagnuoli apretar che significa stringere, vale ancora comunemente hacer fuerza, ossia sforzare; {+e constreñir o costreñir (da estreñir che significa stringere) non serba altro significato che di sforzare. Estrechar ha quello di stringere per significato proprio e comune, e quello di costringere o sforzare per metaforico.} Il legare è una maniera di stringere. Ora, lasciando le significazioni metaforiche del latino obligare, somiglianti a quelle di forzare, {# (1.) Secondo il Forcellini il verbo obligari si trova in Ovidio nel significato espresso di cogi iuberi, come in italiano si dice essere obbligato a fare ec. Ma il Forcellini s'inganna. Ecco il passo di Ovidio col necessario accompagnamento de' versi circostanti, laddove il Forcellini riporta un verso solo (Trist. 1. el. 2. v. 81. seqq.)
Quod faciles opto ventos, (quis credere possit?)
Sarmatis est tellus quam mea vota petũt.
Obligor, ut tangam laevi fera litora Ponti;
Quodque sit a patria tani fuga tarda queror.
*
Obligor qui non significa cogor, iubeor come dice il Forcellini, e come pare, se si recita questo verso solo, conforme fa egli; ma vuol dire fo voti, {+mi obbligo io stesso con voti, e non già sono costretto;} ed è come dire obligor votis (giacchè questo apparisce dal contesto, e dalla parola vota del verso antecedente), locuzione dello stesso genere di quelle di Cic. obligare militiae sacramento, obligare {{sempiterna}} religione, obligare scelere; e di Livio obligari foedere; e di Orazio obligare caput suum votis. {{In Orazio però ha la significazione di devovere ec. Vedilo 2. 8. v. 5. Od. V. p. 2246.}}}
in italiano, in francese,  1148 in ispagnuolo ognuno sa che obligare, obliger, obligar si adopra continuamente nell'espresso significato di costringere. Mi par dunque ben verisimile che il verbo coarctare (continuativo di coercere), oltre il senso proprio di ristringere, avesse anche, non solo nella bassa latinità, ma nell'antico volgare latino, il senso di forzare. (6-8. Giu. 1821). {{V. p. 1155.}}