[1157,1] Il concorso delle vocali suol essere accetto
generalmente alle lingue (se non altro de' popoli meridionali {d'occidente}) tanto più, quanto
elle sono più vicine ai loro principii, ovvero ancora quanto sono più antiche, e
quanto più la loro formazione si dovè a tempi vicini alla naturalezza de'
costumi e de' gusti. Per lo più vanno perdendo questa inclinazione col tempo, e
col ripulimento, e si considera come duro e sgradevole il concorso delle vocali
che da principio s'aveva per fonte di dolcezza e di leggiadria. La lingua latina
che noi conosciamo, cioè la lingua polita e formata {e
scritta} non ama il concorso delle vocali, perch'ella fu polita e
formata {e scritta} in tempi appunto politi e civili, e
i più lontani forse dell'antichità dalla prima naturalezza; nell'ultima epoca
dell'antichità; presso una nazione già molto civile ec. Per lo contrario la
lingua greca stabilita e formata, e ridotta a perfette scritture in tempi
antichissimi, gradì nelle scritture il concorso delle vocali, lo considerò come
dolcezza e dilicatezza; e perciò la lingua greca che noi conosciamo e possiamo
conoscere, cioè la scritta,
1158 ama il concorso delle
vocali, specialmente quella lingua che appartiene agli scrittori più antichi, e
nel tempo stesso più grandi, più classici, più puri, e più veramente greci.