[1247,1] 2. Non essendo mai cessato negli scrittori toscani e
italiani lo studio e l'imitazione competente (gli abusi ora non si contano)
della favella popolare, massime toscana (a differenza di quello ch'è accaduto in
tutte le altre letterature un poco formate); n'è seguito che la lingua italiana
{presente,} mediante la sua letteratura, sia ricca
delle parole, modi ec. venuti in uso in uno de' suoi popoli più vivaci,
immaginosi e inventivi, dal principio della lingua fino al dì d'oggi: parole e
modi ec. che non avrebbero avuto se non cortissima durata, e pochissima
estensione, se non fossero state adottate e stabilite dalla letteratura, che le
ha fatte e perpetue, e nazionali. E così la letteratura {e
non il popolo,} anche riguardo alle voci popolari, viene ad essere la
vera {e principale} sorgente della ricchezza e
perfezione di nostra lingua.
1272,1